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I Beni Culturali
Dátum pridania: | 09.06.2004 | Oznámkuj: | 12345 |
Autor referátu: | Sika | ||
Jazyk: | Počet slov: | 3 303 | |
Referát vhodný pre: | Stredná odborná škola | Počet A4: | 12.9 |
Priemerná známka: | 2.95 | Rýchle čítanie: | 21m 30s |
Pomalé čítanie: | 32m 15s |
Luigi Bobbio individua cinque concezioni circa il criterio con cui le istituzioni devono amministrare il bene culturale:
1) Approccio nazionale- patrimoniale;
- i beni culturali sono un patrimonio della nazione
- lo Stato deve tutelare, gestire e promuovere la conoscenza del patrimonio culturale
- i beni culturali di proprietà privata possono essere soggetti a vincolo, poiché ricadono nell’interesse pubblico
- sono vietate le esportazioni di beni culturali che impoveriscono la comunità
2) Approccio societario
- i beni culturali appartengono ai “gruppi” (istituzioni giuridiche o associazioni spontanee) che li governano
- sono permesse le esportazioni di beni culturali, salvo un’opzione di priorità concessa ai gruppi d’interesse
3) Approccio cosmopolita
- i beni culturali appartengono all’umanità e sono tutelati nell’interesse globale
- la gestione dei beni culturali è demandata a chi li conserva meglio e nel modo più efficiente
- non esistono restrizioni alle esportazioni (se lo spostamento permette una migliore conservazione e fruizione)
4) Approccio contestualista
- la gestione di beni culturali è regolata in maniera diversa a secondo il contesto e le relazioni in cui sono inseriti
- questa concezione esalta la relazione bene – ambiente – società sia rispetto alla tutela sia rispetto alla fruizione
- le esportazioni sono proibite (proprio perché lo spostamento modifica la relazione del bene con l’ambiente e la società)
5) Approccio minerario
- il bene culturale viene considerato una risorsa da sfruttare- il patrimonio artistico è fonte di introiti diretti e indiretti
- l’utilizzo del bene è regolato da programmi di gestione ottimale delle risorse
- la gestione del bene può essere anche privata se ciò permette di realizzare in modo più efficiente il programma ottimale
- l’esportazione è possibile a seconda della sua convenienza economica
Spesso emergono problemi della collocazione geografica dei beni culturali. É nota la diatriba che divide Gran Bretagna e Grecia sulla restituzione dei fregi del Partenone di Atene asportati da Lord Elgin che si trovano attualmente al British Museum di Londra. Simili problemi sono emersi anche in Italia per i due bronzi recuperati nel 1972 al largo della costa di Riace in provincia di Reggio Calabria. Recentemente è emerso un altro caso, quello della collocazione dell’affresco della Madonna del prato di Piero della Francesca a Monterchi (Arezzo). L’UNESCO
Dal 1946 l’Unesco ha tra i suoi obiettivi la tutela dei beni culturali e la conservazione della natura. La Convenzione Unesco del 1972 obbliga al rispetto e alla conservazione del patrimonio culturale dell’umanità. I beni che fanno parte del patrimonio culturale cono presenti sul territori nazionale di ciascun Stato o acquisiti da missioni archeologiche con il consenso del paese d’origine, i beni di scambio quelli ricevuti a titolo gratuito o acquistati legalmente con l’assenso del paese d’origine. Sono tanti i beni facenti parte del patrimonio culturale dell’Unesco in Italia. Per esempio: Lipari e le isole Eolie; Villa Romana del Casale (piazza Armerina, Agrigento); Il parco nazionale del Cilento, Paestum e il Vallo di Diano (Salerno); la costiera di Amalfi; il centro storico di Napoli, Roma, S. Geminiano, Urbino, Siena, Verona, Firenze, Pienza; area archeologica di Pompei, i trulli di Alberobello eccetera. É chiaro che l’Unesco ha un approccio molto cosmopolita. É evidente nell’affermazione che la protezione dei beni è un dovere dell’intera comunità internazionale senza riguardo al territorio in cui sono collocati. Con l’Unesco collaborano varie organizzazioni internazionali, per esempio l’Icom (International Council of Museums), l’Icomos (International Council of Monuments and Sites) e altre. L’azione pubblica e i beni culturali
Le azioni che si possono intraprendere nei confronti dei beni culturali possono essere distinte in:
a) la tutela dei beni culturali, quindi l’attività diretta a riconoscerli, conservarli e proteggerli. L’ampiezza della tutela dei beni varia a seconda che siano di proprietà pubblica o privata e a seconda che siano bei immobili o mobili.
Zdroje: Economia della arti- Guido Candela, Antonello E. Scorcu; Zanichelli