Il processo di armonizzazione normativa che sta alla base della creazione di un’area economica europea omogenea e la crescente esigenza di trasparenza in materia di redazione dei bilanci hanno portato all’attenzione di tutti gli operatori il tema dei Principi Contabili Internazionali.Il 23/09/03 la Commissione Europea ha formalmente adottato un Regolamento, il 1725/03, che approva gli IAS e le relative interpretazioni (SIC) confermando la loro applicazione obbligatoria dal 2005 per i bilanci consolidati delle società quotate nei mercati regolamentari europei secondo i termini del Regolamento 1606 emanato dal Parlamento e dal Consiglio Europeo nel luglio del 2002. Il legislatore italiano non solo ha accolto il regolamento comunitario, ma ne sta estendendo la portata consentendo l’adozione degli IAS anche a quelle aziende che ai sensi del citato regolamento non sarebbero tenute ad adottarli.
Il principio di fondo che guida queste novità normative è quello della convergenza e della trasparenza dell’informazione finanziaria a livello internazionale, affinché i bilanci non siano più solo rappresentazioni veritiere e corrette della situazione economica di un’impresa a una certa data, ma diventino strumenti di informativa finanziaria utili a tutti gli operatori per prendere decisioni economiche.Si tratta, evidentemente, di cambiamenti estremamente significativi ed è facile prevedere che gli IAS diverranno sempre più principi contabili di comune utilizzo da parte delle imprese e gruppi italiani, con il coinvolgimento di un ampio numero di operatori di mercato. Ciò costringerà tutti coloro che si occupano di bilanci e di informativa finanziaria in genere a un rapido e radicale aggiornamento tecnico – professionale.
IL NUOVO QUADRO NORMATIVOIL FUTURO DELL’INFORMAZIONE CONTABILEL’Unione Europea ha deciso di adottare provvedimenti per rafforzare la comparabilità dei bilanci redatti dalle società, in particolare da quelle quotate, intendendo per tali quelle i cui titoli sono ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato, ossia le società i cui titoli sono negoziati in un mercato pubblico.Tuttavia, l’Ue ha deciso di non emanare distinti principi contabili, ma di recepire i principi già internazionalmente riconosciuti, quali sono i documenti emanati dallo IASB (International Accounting Standards Board). Questi principi sono stati scelti in alternativa ai principi contabili statunitensi, gli US GAAP, giudicati per certi aspetti meno “internazionali” degli IAS (principi emanati dallo IASB, in futuro denominati IFRS). L’applicazione degli IAS (IFRS) da parte della UE, è subordinata al recepimento degli stessi: a tal fine è prevista una procedura di omologazione anche per valutarne la compatibilità con le direttive comunitarie le quali, una volta adeguate in modo da renderle compatibili con gli IAS, continueranno ad avere validità, in particolare per le imprese non immediatamente obbligate all’adozione dei documenti internazionali; appare evidente, infatti, che anche tali imprese, pur seguendo le direttive contabili, dovranno presentare bilanci redatti in linea con le indicazioni internazionali.
A tale scopo è stato costituito, nel giugno 2001, l’EGRAG (European Financial Reporting Advisory Group), organismo che, oltre a contribuire ai lavori dello IASB, dovrà favorire un cambiamento delle direttive contabili della UE, anche attraverso la valutazione tecnica dei documenti internazionali e dei relativi documenti interpretativi (denominati SIC – Standing Interpretations Committee). Inoltre, è stato istituito un comitato di regolamentazione contabile con funzioni più di carattere generale e politico.
IL REGOLAMENTO CE 1606/2002Il regolamento comunitario 1606/2002 prevede l’applicazione dei principi contabili internazionali e obbliga tutte le società della UE, quotate in un mercato regolamentato, a redigere, al più tardi a partire dal 2005, il bilancio consolidato conformemente agli IAS.È prevista una proroga al 2007 nelle seguenti due ipotesi:•Imprese che attualmente redigono i bilanci in base a principi contabili riconosciuti in ambito internazionale•Imprese con titoli di debito (non azionari) quotati unicamente in un mercato regolamentato di un qualsiasi Stato membro.Il regolamento, poi, dà agli Stati membri la facoltà di permettere o di imporre alle società quotate l’applicazione degli IAS nella redazione dei conti annuali e di permettere o imporre anche alle società non quotate l’applicazione degli IAS.
Appare evidente l’importanza della disposizione: infatti, i regolamenti, per quanto prevede l’art. 189, par. 2 del trattato istitutivo della UE, costituiscono atti giuridici di portata generale e sono obbligatori e direttamente applicabili in ciascuno Stato membro; in sostanza, non occorrono ulteriori interventi legislativi. L’UE ha scelto lo strumento del regolamento al fine di evitare il ripetersi dei problemi cui ha dato luogo il recepimento delle direttive: troppe le varianti, i ritardi e le interpretazioni a livello nazionale.Con riferimento ai ritardi nel recepimento della quarta (bilanci di esercizio) e settima direttiva (bilanci consolidati) si pensi all’Italia, che ha recepito tali direttive soltanto nel 1991, con il D. Lgs. n. 127/91. Inoltre, lo strumento del regolamento, rispetto alla direttiva, dovrebbe garantire maggiormente l’omogeneità delle norme in tutti i paesi comunitari.In ogni caso, la scadenza del 2005 deve essere anticipata al 2004, in quanto devono essere riportati i dati del precedente periodo amministrativo: a tale proposito, è stato emanato lo specifico documento IFRS 1, relativo alla prima applicazione degli IAS. Tale documento ricalca, in parte, ma con alcune notevoli semplificazioni, il contenuto del documento interpretativo SIC 8, relativo alla prima applicazione degli IAS.In Italia, poi, opera l’Organismo Italiano di Contabilità (OIC) che, collaborando anche con l’EFRAG, deve esprimere pareri sugli IAS, supportando il legislatore al fine di suggerire l’emanazione di norme in materia contabile in sintonia con la prassi internazionale.
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