IL RECEPIMENTO DEGLI IASL’UE, nel luglio 2003 ha recepito:•i principi contabili internazionali sinora emanati, denominati International Accounting Standards (IAS), e recepirà quelli futuri, che assumeranno la denominazione di IFRS;•le relative interpretazioni, denominate Standing Interpretations Committee (SIC), già adottate e recepirà quelle future.L’approvazione è stata ufficializzata con il regol. CE n. 1725/03, che adotta taluni principi contabili internazionali conformemente al regol. CE n. 1606/02, pubblicato sulla GUUE n. 261 del 31/10/2003.Gli IAS recepiti sono 32, quelli attualmente in vigore: per il momento, è stato rimandato il recepimento degli IAS 32 e 39, relativi agli strumenti finanziari, in attesa della definizione di alcune modifiche attualmente in corso. Pertanto, in allegato al regol. 1725/03 sono pubblicati i principi contabili internazionali esistenti alla data del 14/09/02 e i relativi SIC. Sono esclusi, oltre agli IAS 32 e 39, i SIC 5, 16 e 17, in quanto ad essi collegati. Il regolamento precisa che l’esistenza di talune modifiche, non ha alcun effetto, in quanto tali modifiche verranno considerate quando saranno definitive.
La relazione e il regol. 1606/02 precisano che i principi contabili internazionali possono essere adottati solo se:•non sono contrari al principio comunitario in base al quale il bilancio deve fornire il quadro fedele della situazione patrimoniale e finanziaria, nonché del risultato economico;•rispondono ai criteri di comprensibilità, pertinenza, affidabilità e comparabilità , richiesti dall’informazione finanziaria necessaria per adottare le decisioni economiche e valutare l’idoneità della gestione.In sostanza, i documenti internazionali sono adottati se:•gli stessi sono conformi con i principi di base contenuti nelle direttive;•assicurano un’elevata qualità dell’informazione finanziaria ai fini delle decisioni economiche;•contribuiscono al bene pubblico.Come detto, i principi contabili internazionali adottati sono stati pubblicati in versione integrale, in ognuna delle lingue ufficiali della Comunità, nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea; questo, al fine di consentire il pubblico accesso a tutti i cittadini e società dell’UE. In ogni caso, gli studi effettuati dall’UE hanno evidenziato una sostanziale compatibilità fra gli IAS e le direttive comunitarie, fatte salve particolari ipotesi: tuttavia, dal momento che le direttive contabili contengono numerose opzioni, alcuni Stati potrebbero aver utilizzato alcune opzioni che non sono in sintonia con gli IAS. Per questo motivo è in atto un processo di adeguamento delle direttive.Adeguamento delle direttive comunitarie. Le direttive comunitarie sono attualmente oggetto di alcune modifiche, al fine di un loro adeguamento ai principi contabili internazionali.
A tale scopo e al fine di garantire a tutte le imprese condizioni di parità, sia che adottino i principi internazionali sia che non li adottino, l’UE ha approvato la direttiva n. 2003/51/CE. In sostanza, la strategia contabile adottata della Comunità porterà, entro pochi anni, quasi tutte le imprese ad adottare, direttamente o indirettamente, i principi contabili internazionali: infatti, le imprese che non saranno obbligate ad adottare gli IAS, dovranno pur sempre rispettare il contenuto delle direttive, le quali, tuttavia, saranno sostanzialmente adeguate agli IAS stessi.Come si può notare con riferimento alle modifiche già attuate, le direttive devono essere adeguate secondo la normale procedura legislativa, utilizzando lo strumento della direttiva: in ogni caso, si ribadisce che le direttive continueranno a costituire la base della normativa contabile per le imprese che non dovranno preparare i loro conti annuali o consolidati conformemente agli IAS.Direttiva 2001/65/CE. La direttiva n. 2001/65/CE del 27/09/2001 che modifica la quarta e la settima direttiva, rispettivamente in materia di bilanci di esercizio e di bilanci consolidati, è stata emanata al fine di consentire la valutazione delle attività e delle passività finanziarie, con riferimento a quelle detenute a scopo di negoziazione e a quelle disponibili per la vendita non più al costo storico, ma al “valore di mercato” o “valore corrente”, denominato anche “valore equo” o “fair value”.
Tale valutazione è prevista dal principio contabile internazionale IAS n. 39, il quale si occupa della rilevazione e valutazione degli strumenti finanziari: il documento, entrato in vigore a partire dai bilanci di esercizio che iniziano dal 1° gennaio 2001, è tuttora oggetto di affinamenti. Si tenga conto che l’utilizzo del fair value è previsto nei principi contabili internazionali anche con riferimento agli immobili detenuti a scopo di investimento. Il principio contabile n. 39 definisce fair value>. Il ruolo del legislatore nazionale. Il legislatore dovrebbe poi distinguere, nelle disposizioni interne, la nozione di reddito prodotto da quella di reddito distribuibile, al fine di preservare la funzione di garanzia verso i terzi propria del bilancio di esercizio: il primo, infatti, comprende anche taluni componenti non realizzati, mentre il secondo include soltanto i componenti realizzati. In sostanza, i principi contabili internazionali vedono il bilancio in chiave evolutiva, ovvero dinamica, facendo prevalere sovente il principio di competenza rispetto a quello di prudenza: altro discorso è la distribuzione degli utili di impresa. Per comprendere le motivazioni che hanno portato all’introduzione del metodo di valutazione in questione, è importante evidenziare il diverso approccio al bilancio dei principi contabili internazionali rispetto alla prassi vigente nel nostro Paese: infatti, in primi si rivolgono agli investitori e presentano il bilancio in una visione prevalentemente prospettiva, mentre i secondi, interessati alla tutela dei soci e dei creditori, hanno come finalità la conservazione del capitale.
In sostanza, i principi contabili internazionali, interpretano il bilancio in chiave evolutiva (dinamica) e, seppure nel rispetto del principio di competenza, il risultato dell’esercizio è visto quale indicazione delle performance aziendali future: da questo punto di vista i documenti internazionali sono vicini alla prassi contabile statunitense, che interpreta il bilancio in chiave prospettiva, al fine di fornire agli investitori la possibilità di stimare la capacitò di generare utili futuri e di interpretare eventuali rischi futuri connessi all’investimento, in modo tale da potere assumere decisioni in campo economico – finanziario.In tale contesto, per lo IASB la competenza prevale sovente sulla prudenza, mentre per la prassi comunitaria la prudenza prevale sulla competenza, essendo un aspetto fondamentale nella redazione del bilancio, con importanti conseguenze circa i criteri valutativi da adottare: anche questo aspetto aiuta a comprendere come il bilancio redatto applicando gli IAS si utilizza per una valutazione prospettica dell’impresa, rispetto al medesimo bilancio redatto secondo la prassi contabile comunitaria e, ovviamente, nazionale.Dopo quanto illustrato, appare evidente il cambiamento in atto alle direttive comunitarie.Altre modifiche alle direttive contabili: direttiva 2001/51/CE.
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