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Štvrtok, 21. novembra 2024
Principi Contabili Internazionali
Dátum pridania: 16.06.2006 Oznámkuj: 12345
Autor referátu: Sika
 
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È prevista la facoltà di rivalutare le immobilizzazioni immateriali: si tenga conto, tuttavia, che lo IAS 38 non consente mai l’iscrizione, in tale voce, delle spese pluriennali. Pertanto, la rivalutazione può riguardare soltanto i beni immateriali e mai le spese, che non sono iscrivibili nell’attivo dello stata patrimoniale.Fair value. Il fair value o valore corrente potrà essere applicato anche agli immobili acquistati per investimento e ai prodotti agricoli. Inoltre, è previsto che tale metodo potrà essere applicato ad altre categorie di attività.L’INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD (IASB)L’International Accounting Standards Board è l’organismo costituito il 1° aprile 2001 che raccoglie l’eredità dell’International Accounting Standard Committee (IASC). Lo IASC fu costituito nel 1973 dall’International Federation of Accountants (IFAC), l’organizzazione che rappresenta la professione contabile internazionale, allo scopo di promuovere l’armonizzazione delle regole per la predisposizione dei bilanci delle società.La struttura dell’IFAC prima della riforma dello IASC Nelle intenzioni dell’IFAC, l’obiettivo dell’armonizzazione dei principi contabili doveva essere perseguito mediante la pubblicazione di principi contabili, denominati International Accounting Standards (IAS), che fossero utilizzati, dalle commissioni preposte all’emanazione dei principi contabili dei paesi membri dell’IFAC, quale riferimento nell’emissione e nell’aggiornamento delle regole nazionali.

Con riferimento all’attività dello IASC, i principi contabili emessi durante i primi anni di attività accoglievano generalmente le regole contabili dei Paesi con più antica tradizione contabile, principalmente gli Stati Uniti e gli altri paesi anglosassoni, e di conseguenza contenevano regole per la rilevazione di attività, passività, costi e ricavi, assai differenti tra loro. Tali principi contabili, pur costituendo un valido riferimento per l’elaborazione di principi contabili da parte dei paesi membri dell’IFAC, non rappresentavano un corpo di principi contabili autonomo, che potesse essere adottato in luogo delle regole nazionali esistenti in un paese. Per questo motivo, durante gli anni dal 1989 al 2000, lo IASC ha intrapreso un processo di aggiornamento dei principi IAS esistenti, allo scopo di creare un corpo di principi contabili più completo.Nel 1989 fu pubblicato il Quadro Sistematico per la Preparazione e la Presentazione del Bilancio (Framework for the Preparation and Presentation of Financial Statements) che, tra l’altro, definisce gli obiettivi dell’informativa societaria, illustra le caratteristiche fondamentali di un bilancio, ed elabora la definizione di attività e passività patrimoniali, di componenti positivi e negativi di reddito, specificando i principi generali che devono presiedere la loro rilevazione contabile.

In secondo luogo, nel 1989 lo IASC intraprese un processo di revisione dei principi contabili esistenti, allo scopo di migliorarne la qualità e ridurre il numero di regole, alternative tra loro, per la rilevazione contabile di attività, passività, costi e ricavi. Infine, nel 1995 lo IASC concordò con l’International Organization of Securities Commissions (IOSCO), l’organizzazione che rappresenta le commissioni di vigilanza dei mercati mobiliari del mondo, le integrazioni ai principi IAS, necessarie affinché lo IOSCO accettasse che i bilanci preparati in occasione di cross-border offerings fossero predisposti secondo gli IAS. Il processo di revisione e integrazione dei principi contabili IAS esistenti è stato seguito, nei primi mesi del 2001, dalla revisione della struttura dello IASC. Infatti, la struttura esistente era ancora dipendente esclusivamente dalla professione contabile internazionale e pertanto priva dell’apporto diretto delle altre parti interessate all’approvazione di principi contabili condivisi che siano riconosciuti e accettati a livello internazionale.Nel marzo 2001, è stata costituita la IASC Foundation, un’organizzazione not-for-profit ed indipendente, con sede negli USA, dalla quale dipendono lo Standards Advisory Council (SAC), l’International Accounting Standards Board (IASB) e lo Standing Interpretations Committee (SIC). La IASC Foundation è governata da un Consiglio di Garanti (trustees), composto da 19 m embri, che ha la principale funzione di reperire le risorse finanziarie necessarie al funzionamento della fondazione stessa e di nominare i membri del SAC, dello IASB e del SIC.

La composizione di tali organismi, disciplinata dalla Costituzione della IASC Foundation, assicura un’adeguata rappresentazione geografica a tutte e parti interessate all’emissione di principi contabili internazioni: la professione contabile internazionale, rappresentanti del mondo accademico, investitori e analisti finanziari, rappresentanti delle società alle quali i principi contabili sono rivolti e, infine, revisori, incaricati del controllo dei bilanci.In particolare, il SAC è composto da circa 45 professionisti, di differente provenienza geografica e con differente background tecnico e ha la funzione principale di assistere lo IASB nella determinazione degli argomenti ai quali dare priorità nel processo di emissione o di revisione dei principi contabili internazionali. Lo IASB, invece, composto da 14 esperti contabili internazionali, ha la funzione di predisporre, discutere e approvare i principi contabili internazionali e le interpretazioni di questi ultimi, preparate, dopo un’adeguata discussione, dal SIC. La nuova struttura della IASC Foundation è presentata nella seguente tabella.

La nuova struttura della IASC Foundation A seguito della costituzione della IASC Foundation e della nomica dello IASB, i principi contabili emessi dalla nuova organizzazione saranno denominati International Financial Reporting Standards (IFRS), e questi ultimi sostituiranno progressivamente i principi contabili esistenti, denominati IAS, recepiti dallo IASB il giorno della sua prima riunione, allo scopo di garantire continuità con l’operato dello IASC dell’IFAC. Al momento non sono ancora stati approvati nuovi principi contabili IFRS da parte dello IASB, ad eccezione dell’IFRS 1 (First-time Adoption of International Financial Reporting Standards). Per quanto sinora detto, i principi IAS posso ora essere considerati un corpo di principi contabili condivisi, e sufficientemente completo e autonomo. Di conseguenza, è possibile comprendere la scelta della Commissione europea di fare riferimento agli IAS per la predisposizione dei bilanci delle società europee. In alternativa, la Commissione europea avrebbe potuto decidere di elaborare un proprio corpo di principi contabili, che avrebbe ugualmente determinato l’armonizzazione contabile all’interno del mercato dell’UE. Tuttavia, tali principi contabili, sviluppati in un contesto unicamente europeo, sarebbero risultati inevitabilmente differenti dagli IAS e avrebbero escluso l’Europa dalla partecipazione al processo di armonizzazione contabile internazionale, potendo da ultimo, anche ostacolare la possibilità da parte di società europee di raccogliere capitali sui mercati internazionali

.L’IMPATTO FISCALELa definitiva adozione dei principi contabili internazionali (IAS) da parte dell’UE, avvenuta con il regol. 1725/03, pone alcuni problemi di adeguamento delle disposizioni in materia di bilancio. Ne è consapevole il legislatore, che ha inserito nella legge comunitaria, l’art. 25, la cui lettera h) prevede il coordinamento delle disposizioni vigenti in materia di bilancio con quelle derivanti dall’adozione degli IAS.L’articolo in questione, utilizzando la facoltà concessa dal regolamento 1606/02, consente a tutte le imprese non quotate di utilizzare gli IAS: sono escluse soltanto le imprese che redigono il bilancio in forma abbreviata. Non vi è dubbio che la riforma del diritto societario ha risolto alcuni problemi: tuttavia, altri devono essere ancora risolti. Per esempio, la contabilizzazione del leasing dovrà essere riveduta, dal momento che, per gli IAS, il bene deve essere iscritto nel bilancio dell’utilizzatore che, seppure privo del diritto di proprietà, controlla i benefici e sopporta i rischi derivanti dall’utilizzo del bene. Pertanto, un immobile detenuto in leasing deve essere iscritto nel bilancio dell’impresa che lo utilizza e ammortizzato, per esempio, in 20/30 anni, iscrivendo nel bilancio gli ammortamenti e, separatamente, gli interessi passivi.
 
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