Nella preparazione del bilancio consolidato, il bilancio di una attività estera che si integra con quella dell’entità che redige il bilancio è convertito come se tutte le operazioni fossero state effettuate da quest’ultima, utilizzando il metodo descritto in precedenza.Le attività e passività di un’entità estera sono convertite al tasso di chiusura. I valori iscritti nel conto economico sono generalmente convertiti in base al cambio della data dell’operazione, oppure utilizzando il tasso medio dell’esercizio che approssimi quello effettivo. Le differenze di conversione che ne derivano sono classificate separatamente nel patrimonio netto fino alla vendita dell’entità estera quando esse devono essere incluse nel conto economico come parte degli utili e delle perdite sulla vendita. Il bilancio di un’entità estera che opera in una economia in iperinflazione dev’essere prima rettificato secondo lo IAS 29 e successivamente tutte le voci del bilancio sono convertite in base al cambio di chiusura.Iperinflazione. Secondo lo IAS 29, quando un’impresa fornisce i propri dati di una moneta con una economia in iperinflazione, il bilancio dev’essere rettificato per tenere conto dell’inflazione. Tutte le attività e le passività non monetarie sono riespresse al valore corrente alla data di bilancio utilizzando un appropriato indice dei prezzi, e fornendo adeguati dettagli e informazioni nelle note.
Le attività e le passività monetarie non devono essere riespresse in quanto le stesse sono già esposte con riferimento all’unità di misura corrente alla data di bilancio. Inoltre l’impresa che possiede attività (passività) monetarie nette perde (guadagna) potere d’acquisto. I profitti e le perdite derivanti dalla posizione monetaria netta devono essere imputati al conto economico prima delle imposte.I RICAVI: RILEVAZIONE CONTABILELo IAS 18 stabilisce che un ricavo deve essere quantificato in base al valore corrente del corrispettivo. Esso generalmente è l’ammontare dell’incasso ricevuto o da ricevere.Lo IAS 18 stabilisce alcune condizioni per la contabilizzazione dei ricavi derivanti dalla vendita di prodotti: il venditore deve aver trasferito i rischi e i vantaggi significativi, legati alla gestione del bene, né il controllo sullo stesso; deve esistere la probabilità che i benefici economici associati alla transazione affluiscano all’impresa; i ricavi e i costi devono essere ragionevolmente determinabili.I ricavi derivanti dalla prestazione di servizi devono essere contabilizzati secondo il metodo della percentuale di completamento, nei periodi amministrativi in cui il servizio è reso.
Il principio contabile fornisce esempi di situazioni in cui l’impresa può aver conservato i rischi e i vantaggi significativi relativi a un’operazione. In questi casi il principio stabilisce che la transazione non è una vendita e il ricavo non deve essere contabilizzato quando l’impresa mantiene un impegno per prestazioni insoddisfacenti non coperte dalle normali clausole di garanzia, oppure quando il conseguimento dei ricavi o l’incasso di una vendita dipende dai ricavi realizzati dall’acquirente dalla vendita dei beni stessi, oppure quando l’acquirente ha la possibilità di revocare l’acquisto per un motivo specificato nel contratto di vendita e l’impresa è incerta sulle probabilità del reso.Può essere necessario applicare i criteri di rilevazione dei ricavi a ogni componente identificabile di una singola transazione, in modo da riflettere sempre la sostanza dell’operazione.Quando il prezzo di vendita di un prodotto comprende un ammontare identificabile per servizi da prestare successivamente, l’ammontare relativo deve essere differito e rilevato come ricavo nel periodo in cui il servizio è reso.
I corrispettivi incassati anticipatamente, anche se non rimborsabili, sono maturati quando i prodotti sono consegnati e/o i servizi prestati nei termini contrattuali.I ricavi derivanti da interessi devono essere contabilizzati in proporzione al tempo tenendo conto dell’effettivo rendimento delle attività cui si riferiscono. Le royalties sono contabilizzate per competenza secondo la sostanza degli accordi contrattuali. I dividendi sono contabilizzati quando matura il diritto a ricevere il pagamento per gli azionisti.LE IMMOBILIZZAZIONI E LE RIMANENZELe attività in questione riguardano: le attività immateriali, gli immobili, impianti e macchinari, gli oneri finanziari, le perdite di valore delle attività, gli immobili non strumentali e le rimanenze.Attività immaterialiContabilizzazione. Un’attività immateriale può essere contabilizzata se, e solo se, sono probabili vantaggi economici futuri attribuibili alle attività che fluiranno all’impresa che controlla l’attività e se il suo costo può essere realisticamente determinato.Il costo di una attività immateriale è il suo costo di acquisto (al netto degli sconti) compresi gli ammontari di dazi e imposte e imposte e di ogni costo direttamente attribuibile, come ad esempio le commissioni professionali necessarie per predisporre l’attività immateriale pronta per l’uso.
Le attività immateriali prodotte internamente devono essere contabilizzate nello stato patrimoniale, nella misura in cui esse soddisfano le condizioni poste dallo IAS 38 per la rilevazione delle attività immateriali. In particolare, non possono essere capitalizzati i costi relativi alla fase di ricerca di un progetto interno. Tuttavia un’attività immateriale derivante dalla fase di sviluppo di un progetto interno deve essere capitalizzata quando l’impresa è in grado di dimostrare la fattibilità tecnica e l’intenzione di completare lo sviluppo. Inoltre, un’impresa deve essere in grado di dimostrare come l’attività immateriale genererà in futuro benefici economici, la disponibilità di risorse adeguate al completamento dello sviluppo e la sua abilità a determinare attendibilmente il costo attribuibile all’attività immateriale durante la fase di sviluppo.Il costo di un’attività immateriale generata internamente comprende soltanto gli oneri che possono essere direttamente attribuiti o allocati all’attività, finalizzati alla creazione, produzione e preparazione del bene, a partire dalla data in cui sono soddisfatti i criteri per la capitalizzazione.
Il principio contabile fornisce alcuni esempi di tali costi: i costi diretti dei materiali, il costo di lavoro, e una parte delle spese generali attribuibili.Il SIC-32 precisa che i costi per siti web sono equiparati alle attività immateriali sviluppate internamente dal trattare come previsto dallo IAS 38. quando un’attività immateriale è acquistata grazie a una operazione di aggregazione di imprese e non soddisfa i criteri per la capitalizzazione, essa dev’essere compresa nella voce dell’avviamento, come stabilisce lo IAS 22.Una spesa successiva sostenuta per un’attività immateriale dopo il suo acquisto o il suo completamento dev’essere rilevata come un costo nell’esercizio in cui si è verificata, a meno che sia probabile che questa spesa porrà l’attività nelle condizioni di generare futuri benefici economici superiori al normale livello di rendimento originariamente valutato e se questa spesa può essere valutata e attribuita all’attività immateriale in modo attendibile.Valutazione. Le immobilizzazioni immateriali sono inizialmente contabilizzate al costo, al netto dell’ammortamento accumulato e delle eventuali perdite permanenti di valore (metodo preferito), o al valore corrente, al netto dei successivi ammortamenti e delle perdite permanenti di valore (metodo alternativo).
Tuttavia il metodo alternativo può essere utilizzato quando il valore corrente, può essere determinato in base all’esistenza di un mercato attivo per l’attività immateriale. Le perdite di valore sono valutate secondo quanto disposto dallo IAS 36.L’ammortamento di un’attività immateriale è obbligatorio e il valore residuo alla fine della sua vita utile dev’essere assunto come pari allo zero a meno che ci sia un impegno da parte di terzi all’acquisto dell’attività alla fine della sua vita utile oppure esista un mercato attivo dell’attività. Il periodo dell’ammortamento è la miglior stima della sua vita utile, con una presunzione non assoluta che la vita utile non ecceda i venti anni. In casi molto rari, un’impresa può dimostrare che un’immobilizzazione immateriale abbia una vita utili eccedente i venti anni: in questo caso deve fornire adeguate motivazioni nelle note al bilancio ed è necessario rivedere il valore contabile in ogni esercizio amministrativo, per verificare l’esistenza di eventuali perdite di valore come stabilisce lo IAS 36.
Immobili impianti e macchinariContabilizzazione. Un elemento di immobili impianti e macchinari deve essere rilevato come un’attività quando è probabile che i futuri benefici economici riferibili al bene saranno goduti dall’impresa e se il costo del bene per l’impresa può essere attendibilmente determinato.Il costo di un elemento di immobili impianti e macchinari è il suo costo di acquisto (al netto degli sconti) compresi gli ammontari di dazio imposte e di ogni costo direttamente attribuibile. I costi direttamente attribuibili possono essere identificati come i costi per la predisposizione del luogo di installazione, i costi iniziali di consegna, i costi di installazione, gli onorari professionali e il costo stimato per lo smantellamento, per la rimozione dell’attività e per la bonifica del luogo nella misura in cui questi sono rilevati come accantonamento secondo quanto previsto dallo IAS 37. il costo degli immobili impianti e macchinari comprende anche il trasferimento dalle voci del patrimonio netto degli utili/perdite derivanti dalla copertura dei flussi di cassa relativi agli acquisti di immobilizzazioni che possiedono le caratteristiche stabilite dallo IAS 39.Valutazione.
Le diverse classi di attività immobilizzate devono essere rilevate al costo storico meno il fondo ammortamento e qualsiasi perdita di valore, oppure in base la metodo della rivalutazione al valore corrente, al netto del fondo ammortamento e delle eventuali successive perdite di valore. Il valore ammortizzabile di immobili impianti e macchinari deve essere ammortizzato sistematicamente sulla base della vita utile.Gli oneri successivi all’acquisto di un’immobilizzazione materiale devono essere aggiunti al valore contabile del bene nel caso sia probabile che all’impresa derivino benefici economici futuri aggiuntivi rispetto a quelli previsti originariamente. Questo è il caso ad esempio delle spese che comportano un allungamento della vita utile, o sostenute per incrementare la qualità del prodotto, o per ridurre i costi operativi precedentemente determinati.Il costo di una revisione o di una manutenzione straordinaria, ricorrenti a intervalli regolari, è capitalizzato qualora sia identificato come componente separato dal bene e i componenti sostituiti siano interamente ammortizzati.
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