Pascoli
PASCOLI
IL FANCIULLINO pag 81,82 È una prosa, in cui Pascoli chiarisce la sua idea di poeta: per lui infatti un poeta è chi sa ascoltare quella parte della personalità di ogni uomo che rimane fanciulla, e come un fanciullo sa vedere e capire la gioia delle cose che succedono, ma sa anche capire e vedere anche la tristezza, sa fare in modo che la gioia non sia esagerata, ma anche rendere meno doloroso il dolore. LAVANDARE pag 88 È autunno e il paesaggio è triste, grigio, perchè avvolto nella nebbia. C’è un aratro abbandonato in mezzo ad un campo, ci sono delle donne (lavandare) che lavano i panni nell’acqua di un canale, e mentre lavano cantano. Il loro canto è però triste perchè pensano ai loro uomini che sono partiti e ancora non ritornano. Sono abbandonate come è abbandonato l’aratro in mezzo al campo.
NOVEMBRE pag 103 Anche se è novembre, cioè autunno, non c’è la nebbia ma una splendida giornata. Sembra di essere in primavera e si cercano gli alberi in fiore e la natura verde, e addirittura sembra di sentire i suoni e i profumi primaverili. Ma è autunno, non ci sono ne fiori ne colori, gli alberi sono senza foglie e la natura è grigia. Non si sentono gli uccelli cantare ne si vedono volare le rondini. È solo l’estate di San Martino, primi giorni di novembre: pochi giorni di sole e poi verrà nuovamente il tempo brutto, l’inverno.
X AGOSTO pag 120 È la notte di San Lorenzo, quella in cui si vedono le stelle cadenti. Questo è uno spettacolo affascinante per tutti, ma non per il poeta perchè questo giorno è una data molto triste: infatti il padre morì, assassinato mentre tornava a casa dai suoi cari; qualche anno prima proprio il 10 agosto. Ma prima di parlare del suo lutto, racconta di una rondine uccisa mentre ritorna nel suo nido, e di un padre che, come una rondine torna nel nido con un insetto per i rondinini, tornava a casa con le bambole per le sue bambine, ed anche lui veniva ucciso. È un chiaro riferimento al suo lutto personale, alla sua tristezza. Dopo avere rilevato la cattiveria degli uomini, può spiegare il fenomeno delle stelle cadenti: è il cielo che piange per la cattiveria dell’uomo, e piange di luce (le stelle cadenti) perchè si uccidono gli innocenti (la rondine e il padre).
Questa poesia ha un altissimo valore simbolico: è un invito agli uomini ad essere più buoni.
TEMPORALE pag 145 È una lirica in cui è chiara una impressione auditiva e visiva. Non è la descrizione di un temporale ma sembra un quadro dipinto da un pittore impressionista. Il rumore lontano del temporale che si avvicina, e i colori del cielo che sono minacciosi. È una poesia piena di colori e di simboli, pieno di sensazioni visive ( i colori) e auditive (il brontolio del temporale ancora lontano ma che si avvicina.
IL LAMPO pag 147 In questa lirica c’è una impressione visiva. Il lampo che improvvisamente illumina la notte, e la terra sembra come una creatura spaventata, e il cielo pieno di nubi, sembra quasi tagliato e distrutto dalla potenza della tempesta che sta cominciando. Una casa appare per un istante chiaramente illuminata dalla luce del lampo, e sembra un occhio che si apre per un istante e si chiude subito spaventato dalla tempesta.
IL TUONO pag 149 C’è una chiara impressione sonora. Nella notte nera, ecco dopo il lampo il suono forte e cupo del tuono, che spaventa l’uomo, come un bambino che piange spaventato per l’improvviso forte rumore. E poi un altro tuono che sembra quasi sbattere contro qualcosa e rimbalzare. Ed ecco che si sente la voce di una madre che cerca di calmare il bambino spaventato dal temporale, e che lo comincia a cullare.
NELLA NEBBIA pag106 e NEBBIA pag 108 Entrambe le poesie hanno come tema la nebbia. Nella prima (NELLA NEBBIA)il fenomeno naturale della nebbia fa nascere nel poeta una serie di impressioni: la nebbia ha avvolto tutta la valle. Sembra un grande mare, senza spiaggia, senza onde. È una visione che fa nascere anche paura, nel silenzio rotto solo dagli acuti gridi degli uccelli spaventati, dal lamento di un cane, e dal rumore di passi. Il poeta ha l’impressione di vedere qualcuno che cammina nella nebbia, ma poi l’ombra sparisce e restano solo le grida degli uccelli. La poesia simboleggia l’umanità che viene immersa nel mistero della vita.
Nella seconda (NEBBIA) invece di descrivere la nebbia e il paesaggio, è come se il poeta chiamasse la nebbia per nascondere il passato triste ed in particolare il ricordo della morte. Quindi la nebbia deve aiutare il poeta a dimenticare le tristezze del passato e lasciare solo le cose serene che la vita gli può dare per il futuro.
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