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Verga - La roba
Dátum pridania: | 24.06.2002 | Oznámkuj: | 12345 |
Autor referátu: | Sika | ||
Jazyk: | Počet slov: | 983 | |
Referát vhodný pre: | Stredná odborná škola | Počet A4: | 3.5 |
Priemerná známka: | 2.98 | Rýchle čítanie: | 5m 50s |
Pomalé čítanie: | 8m 45s |
Nella novella vengono chiarite le ragioni dell’avidità di Mazzarò: un passato di miseria, di fame, di umiliazione, è stato la molla che lo ha indotto a costruirsi, con la roba, giorno per giorno, la sua dignità e il rispetto degli altri. La bramosia di accumulare si accompagna spesso all’aridità di cuore: non può esserci sentimento di pietà in chi ha dovuto lottare solo per farsi strada e vede in tutti gli altri dei profittatori senza scrupoli.
Come altri eroi verghiani, anche Mazzarò è un “vinto”, simile a tutta una schiera di poveri uomini che si batte contro la sorte beffarda, senza una luce di speranza. Del resto, tutta la novella, che si era aperta su quei paesaggi immensi e assolati, non ha respiro e il lettore resta soffocato dalla vita squallida del protagonista, povero uomo senza pace e senza gioia, oppresso dalla sua stessa ricchezza. Mazzarò non suscita, certo, invidia per tutte quelle terre al sole e per le mandrie numerose, ma ci assilla la sua immagine in continuo movimento da un capo all’altro dei suoi vasti possedimenti: un uomo sempre assillato dalla paura di essere ingannato, frodato, derubato. Tutto per lui si traduce in denaro, anche la morte di sua madre che gli costò 12 tarì. Questa aridità di cuore si intravede in tanti episodi rapidamente accennati dal Verga, e Mazzarò assume a poco a poco la statura di un eroe della rinuncia, della malinconia e ostinata solitudine, della continua lotta per raggiungere dei beni che non servono a nulla. Un eroismo inutile, dunque, di cui egli capisce l’assurdità soltanto quando gli si prospetta la morte.
In questa novella, come nel grande romanzo “I Malavoglia”, entrambe grandi opere naturalistiche, fondamentale asse problematico è il tema del progresso, bandiera e mito luccicante della rivoluzione industriale, che Verga, pur riconoscendone l’ineluttabile necessità, esamina però dalla parte dei vinti, di coloro che la “fiumana” del progresso lascia spossati o travolti sulla riva. Ma nella prospettiva dei Malavoglia, “vinti” sono non solo e non tanto individui singoli, bensì un intero sistema di vita, quello arcaico-rurale, incapace di reggere all’urto del nuovo ciclo storico che si affaccia all’orizzonte (quello urbano-industriale). Il romanzo e la novella rappresentano il conflitto tra l’universo dei valori e la logica dell’utile, dell’interesse e dell’egoismo. Il tema del progresso, ideologia e mito luccicante della rivoluzione industriale, rappresenta d’altronde un grande tema di dibattito e di confronto nella cultura europea positivistica dell’Ottocento.