Il romanzo di Pirandello e Svevo
Tema: Il romanzo dei primi del 900 di Pirandello e Svevo
Il romanzo è un genere letterario che, in generale, consiste in una narrazione estesa nel tempo, con protagonisti che si muovono su uno sfondo e secondo un ordine scelto dall’autore. È il genere che più assomiglia ad uno spaccato della realtà e, in questo senso, nasce come genere oggettivo. Un autore di romanzi può saperne meno, altrettanto o più dei suoi personaggi: di più come nel romanzo del Manzoni, di meno come nei racconti di Verga, altrettanto come nei romanzi psicologici di Pirandello e Svevo. Bisogna dire che, alla fine dell’800, la letteratura italiana inizia a risentire, con D’Annunzio, del clima europeo determinato da un interesse sempre maggiore per la psicologia, come si può vedere nelle opere di Joice, Proust, Wilde, e per le suggestioni decadentistiche in Rimbaud, Mallarmè e Verlaine. D’altra parte Bergson e Freud avevano introdotto nella cultura europea l’esame della coscienza e la psicanalisi mette in crisi la visione immediata della realtà del soggetto e dell’oggetto. Il romanzo come racconto di fatti entra in crisi radicale con Pirandello: quali siano i fatti e a chi siano riferiti non è più così facile scoprirlo. “Il fu Mattia Pascal”rappresenta degnamente il passaggio al nuovo genere di romanzo, detto anche romanzo nuovo o della crisi. La realtà e la finzione si confondono in un gioco delle parti che rende l’uomo un attore sul palcoscenico che è la vita; come ogni attore non si identifica, se non nella finzione, nel suo personaggio così l’uomo non può accontentarsi di alcuna delle sue tante maschere, eppure non ha altro: è condannato a recitare perchè non ha nessun’altra possibilità. Inoltre in questo personaggio di Pirandello si può vedere benissimo il fatto che, pur sentendosi imprigionato nelle convenzioni e nelle strutture sociali, non riesce a liberarsene perchè non vi può rinunciare. Del verismo, che pure resta il suo punto di partenza, Pirandello mantiene solo la fedeltà a un ambiente preciso: la sicilianità che diventa però simbolo della condizione contemporanea. Egli resta inoltre legato a moduli espressivi classici che si basano su quei principi (soggetto, oggetto, pensiero razionale) che però dichiara insufficienti.
Lo stile narrativo del romanzo non si adegua ancora al contenuto che vuole esprimere e, anche per questo, ritengo più valida la sua opera teatrale. Il soggetto, descritto ancora come uno, mostra la sua insufficienza e generalmente approda alla follia o alla rinunzia a pensare. In quello che è stato definito come romanzo psicologico, l’autore sa della vicenda nè più nè meno di quello che conosce il protagonista; siamo di fronte a vere e proprie confessioni o autobiografie più o meno mascherate. Ancora più esplicita è questa genesi in Svevo, poichè il suo romanzo ha come sfondo la coscienza stessa dell’autore. Infatti ne “La Coscienza di Zeno” siamo di fronte a una vera e propria autoanalisi psicanalitica, nella quale viene superata la tecnica della narrazione tradizionale, in quanto tutto quello che succede è filtrato dalla coscienza del personaggio. L’oggetto della storia non è perciò la storia di Zeno ma la coscienza nel suo continuo interpretare e modificare la storia stessa. L’analisi non porta a nessuna soluzione o scelta ma alla consapevolezza della propria inettitudine forse causata, paradossalmente, dallo stesso eccesso di coscienza che paralizza il protagonista, troppo occupato a riflettere per essere padrone del proprio destino. È il simbolo dell’uomo moderno che, ormai disilluso e raziocinante, dimentica quella naturalità della vita che permette di aumentare le esperienze o si rifugia in una falsa naturalezza che è solo una maniera molto comoda per non pensare. Le opere di Pirandello e di Svevo sono in stretta relazione alla crisi esistenziale del Novecento e alla rottura operata dalla loro lucida coscienza come risposta a questa crisi. L’interiorità dei personaggi, l’eliminazione del narratore, la concezione innovativa dei tempi e la tecnica del monologo interiore favoriscono la nascita del romanzo nuovo, proponendo all’attenzione del mondo letterario originali e profonde tecniche espressive assenti nel romanzo dei modelli ottocenteschi, caratterizzato da ben definiti rapporti di causa-effetto. Il tramite che questi scrittori stabiliscono con la cultura europea, nonchè il nuovo taglio del racconto che per forza deve risentire della diversa maniera di aggredire e testimoniare insieme la realtà nella quale si trovano ad operare, risultano sicuramente gli aspetti più qualificanti della loro poetica.
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