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Sobota, 21. decembra 2024
Isole Tremiti (FG) - geografia
Dátum pridania: 24.01.2003 Oznámkuj: 12345
Autor referátu: Sika
 
Jazyk: Taliančina Počet slov: 624
Referát vhodný pre: Stredná odborná škola Počet A4: 2.2
Priemerná známka: 2.95 Rýchle čítanie: 3m 40s
Pomalé čítanie: 5m 30s
 

Isole Tremiti

Localizzazione.

L'arcipelago delle isole Tremiti è composto da tre isole (San Domino, San Nicola, Capraia), un isolotto (Cretaccio) ed alcuni scogli. E' collocato a 12 miglia marine al largo della costa settentrionale del Gargano, a livello del lago di Lesina. E' un concentrato di bellezze naturali e di storia, sospeso sul mare azzurro e limpido dell'Adriatico.

Veduta aerea delle Tremiti. Le isole Tremiti sono raggiungibili; via mare da Rodi, Peschici, Vieste e Manfredonia (FG) e da Termoli (CB), con l'elicottero da Foggia. La storia.

Furono abitate sin dal neolitico. Il loro antico nome era "Insulae Diomedeae", dall'eroe greco Diomede, che qui approdò e vi trovò sepoltura. La leggenda vuole che Afrodite trasformò i suoi compagni in "diomedee", rari uccelli di mare della famiglia delle procellarie che nidificano sui calcari di S. Domino. Qui morì esule Giulia, nipote di Cesare Augusto, Carlo Magno vi mandò in esilio Paolo Diacono. Carta storica delle isole Tremiti, 1725. Il nome "Tremitis" compare per la prima volta nella cartografia medievale.

Nel 1045 alcuni monaci Benedettini di Montecassino eressero un monastero intorno alla chiesa dedicata a Santa Maria del Mare. In breve tempo l'abbazia estese i suoi possedimenti, con dipendenze che andavano dall'Abruzzo alla terra di Bari. In epoca federiciana conobbe un periodo di decadenza. Nel XIII sec., dopo un inchiesta per irregolarità disposta dal Papa e condotta dal Vescovo di Dragonara, l'abbazia fu ceduta ai monaci Cistercensi di San Bernardo, che l'ampliarono e fortificarono con l'aiuto del Re Carlo D'Angiò. Dopo la conquista e spoliazione ad opera dei pirati essa rimase abbandonata per lungo tempo. All'inizio del sec. XV Papa Gregorio XII la diede ai Canonici Regolari Lateranensi, che la restaurarono in ricco stile rinascimentale, trasformando l'esterno in una possente fortezza e riportandola all'antico splendore. Nel XVIII sec. l'abbazia fu soppressa e l'isola divenne una colonia penale. Gli abitanti, circa 360 pescatori e contadini, parlano il dialetto partenopeo come discendenti dei Napoletani, che furono deportati, nel 1843, da Re Ferdinando II. Dal 1989 l'arcipelago, d'acque limpide e frastagliata costa ricca di grotte, è riserva naturale marina.

Gli ambienti.

San Nicola.

L'isola è lunga km 1.6 e larga m 450, con massima elevazione di m 75.

San Nicola di Tremiti è il centro storico ed amministrativo dell'arcipelago. Cinta di mura e con un Castello trasformato nel sec. XV, ha in alto, la chiesa di Santa Maria al Mare, consacrata nel 1045 dal vescovo di Dragonara, con l'annessa abbazia. L'intero complesso è stato diverse volte rimaneggiato ed ampliato dai religiosi che l'abitarono, fino a raggiungere dimensioni sproporzionate, in rapporto all'esiguità dell'isola.

Portale principale della Chiesa. La chiesa, nella facciata principale, presenta un portale rinascimentale i cui rilievi sono opera di scultori dalmati; lateralmente vi è un portale, meno importante, di forma ogivale. L'altare maggiore, polittico ligneo intagliato e dorato.

All'interno, ci sono i resti di un pavimento musivo romanico (sec. XI-XII); sull'altare maggiore, un polittico ligneo intagliato e dorato, opera goticizzante della metà del 1400; notevole anche il Crocifisso su tavola del sec. XII. Dietro la chiesa, si trovano i resti dei chiostri gotico e rinascimentale.

San Domino.

La maggiore isola dell'arcipelago con lunghezza km 2.8 e larghezza 1.7, massima elevazione m 116, è ricoperta da una pineta che in molti punti giunge fino alle rocce, che vanno a strapiombo sul mare. Lungo la costa si possono visitare in barca numerose grotte: in particolare, nel tratto sudorientale, la grotta del Sale e la grotta delle Viole, che nelle prime ore del mattino presenta riflessi violacei; nel tratto occidentale, la grotta del Bue Marino, profonda circa 70 metri, dove un tempo si segnalava la presenza della foca monaca. Fra San Nicola e San Domino si alza dal mare il Cretaccio, isolotto di creta giallastra.

Capraia.

Lunga. km 1.6 e larga m 600, sta a nord dell'isola di S. Nicola ed è disabitata; le rocce sono coperte da una vegetazione a cespugli di cardi, capperi, artemisia.

 
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