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Michelangelo biografia
Dátum pridania: | 15.01.2003 | Oznámkuj: | 12345 |
Autor referátu: | Sika | ||
Jazyk: | Počet slov: | 2 745 | |
Referát vhodný pre: | Stredná odborná škola | Počet A4: | 10.9 |
Priemerná známka: | 2.95 | Rýchle čítanie: | 18m 10s |
Pomalé čítanie: | 27m 15s |
Fa Giudizio Universale negli anni 1537-1541.
- segnò un cambiamento radicale rispetto a qualsiasi tendenza decorativa ancora presente negli affreschi della volta della Sistina
- l’eliminazione di ogni armatura architettonica e spaziale, libera raffigurazione di masse di figure ignude secondo una struttura non riconducibile ad alcuna ripartizione delle scene, né rispondente al sistema proporzionale e prospettico della pittura rinascimentale -è come un cielo indeterminato, privo di ogni suggerimento di profondità, ma animato da una inarrestabile catena di impulsi dinamici
- le figure sono disposte in gruppi disarticolati, c’è movimento rotatorio che si incardina nel severo gesto del Cristo giudice al centro della raffigurazione (Cristo è in una posa minacciosa)
- estrema varietà degli atteggiamenti e dinamismo delle figure
- nella parte alta le figure sono solo incise, non definite del tutto
- al corpo umano, inteso come codice universale dell’espressione, viene assegnato un ruolo centrale e alla sua nudità (aspramente criticata dagli ambienti romani più puritani) un valore di primordiale essenzialità, sottratta alle implicazioni di carattere estetico, che stavano alla base della perfezione formale perseguita dal classicismo rinascimentale
- Michelangelo rinunciò alla composita e ricca gamma di colori adottata negli affreschi della volta della Sistina, riducendola a due soli toni (il bruno sui corpi e il turchino del cielo)- sottolineano l’atmosfera di particolare austerità
- il Giudizio esprime una visione tragica della condizione e del destino dell’umanità, che non dissimula la propria angoscia di fronte all’estrema sentenza divina- interpreta la tensione di quegli anni , alimentata negli anni più sensibili dagli accesi contrasti teologici tra cattolici e luterani, dalle lotte religiose, dalle sentite esigenze di unità della Chiesa universale
- restauro di 9 anni
Cappella Paolina- la testimonianza di crisi radicale
- dopo lo scoprimento di Giudizio Universale, il papa assegnò a Michelangelo l’incarico di decorare con i due affreschi la Cappella Paolina: Conversione di San Paolo (1542-45)e Crocifissione di San Pietro (1545-50)- ultima testimonianza pittorica
- l’artista portò alle estreme conseguenze i risultati del grande affresco della Sistina
- Conversione di San Paolo: ambientata in paesaggio arido, irreale, dove la natura è assente al pari dello spazio, rappresentazione angosciata e sospesa di un evento- non è un racconto, figure sono modellate con minore ricercatezza rispetto al Giudizio, si alternano bruscamente spazi vuoti, compromettendo l’ordine prospettico tradizionale
- questa concezione spaziale è ancora più evidente nella Crocifissione di San Pietro
- insolita disposizione in diagonale della croce è l’asse di uno spazio sferico, rotatorio, centrato sul volto terribile del martire
- Ultimo ventennio della carriera si dedica soprattutto alla progettazione urbanistica e architettonica: Paolo III Farnese decide di trasferire sul Campidoglio l’antica statua di Marc’Aurelio. Michelangelo deve ristrutturare la piazza capitolina, polo della vita civile della capitale (Roma). Progetta una scala monumentale e la piazza sopraelevata, tra l’antica Roma dei fori e la città moderna su cui viene ad affacciarsi. Il Nuovo aspetto della piazza si fondò su tre principi fondamentali: l’assialità, la simmetria e la convergenza
- grande spazio trapezoidale delimitato dal Palazzo dei senatori
- lavora su questa piazza dal 1437
- Cupola di San Pietro a Roma- dal 1547, Vaticano
- Bramante propone l’uso di pianta centrica, Michelangelo riprende questa idea- propone tamburo con colonne binate che si alternano con le finestre, divide la cupola con i costoloni, cerca di equilibrare le varie parti; la cupola è doppia rispetto alla cupola di Brunelleschi a Firenze (Santa Maria del Fiore)
- Pietà Rondanini 1552-1564, si trova a Milano, Castello Sforzesco - ‘ non finito ’ Michelangiolesco: il principio tecnico-stilistico del non-finito è connesso con la visione filosofico- religiosa di Michelangelo, che concepisce l’attività artistica non più come un processo conoscitivo, ma come un impegno etico di tutto il proprio essere: secondo la concezione neoplatonica infatti la forma, imprigionata nella sua scorza come l’anima nel carcere terreno del corpo, viene estratta dal suo involucro mediante un operazione che è tutt’uno con la titanica lotta dell’uomo per la propria liberazione dal peso della materia.
- fusione tra elemento ‘materia ‘ e elemento spirituale
- simbiosi tra Madonna e Cristo (è più sproporzionato, non classico, corpo scheletrico)- richiama idea della morte- gambe piegate; Madonna- viso evidenziato- si vede profondo dolore che prova
- artista può fare ‘sprigionare ‘ la materia
- Per Michelangelo la concezione dello scolpire è ‘per forza di levare ‘ e non di mettere, da cui discende la sua predilezione assoluta per il blocco do marmo rispetto al metallo da fondere o a materiali da plasmare; esso secondo l’artista, contiene già in potenza l’immagine, che deve essere solo liberata.