Comunicazione politica nel referendum e nella pubblicità elettorale durante il referendum
Introduzione
Da molti anni la comunicazione politica si è posta prepotentemente al centro degli scenari politici e istituzionali di tutti i Paesi democratici, diventando risorsa di potere, oggetto di competizione politica, strumento di lotta e luogo di scontro tra forze politiche, economiche e culturali. Oggetto, strumento e luogo: possiamo così, con parole semplici, caratterizzare la comunicazione politica. La forza politica nelle mani degli uomini può condurre i cittadini verso la guerra (Hitler in Germania), verso la dittatura (Lenin, Stalin in Europa centrale e orientale, Fidel Castro a Cuba). Però può anche condurre i cittadini verso la democrazia (Europa occidentale, USA).
La comunicazione politica insegna come sviluppare l'oggetto di competizione politico, quale strumento usare per instaurare un processo democratico e come, quando e dove usare tali elementi. Chiaramente la politica non è solo un processo democratico. Ogni cambiamento di società, di struttura dello Stato, anche un semplice cambiamento quotidiano hanno a che fare con la politica. Per il mio lavoro per il corso di Politiche dei media ho scelto di trattare la tematica della comunicazione politica nel referendum e nella pubblicità elettorale durante il referendum svoltosi in Slovacchia dal 16 maggio 2003 al 17 maggio 2003, ed il cui esito avrebbe sancito o meno l'entrata della Slovacchia nella EU. Si è trattato di un referendum molto importante per il futuro del mio paese.
Il referendum è una forma di democrazia e anche una forma di comunicazione politica. Il referendum può essere indetto per far fronte ad un particolare problema inerente la situazione politica o sociale o economica nel paese in cui viene indetto.
Nel lavoro ho cercato in primo luogo di spiegare cosa sia un referendum, in che modo esso sia una forma di partecipazione popolare democratica, come la pubblicità elettorale ne abbia in qualche modo potuto influenzare l'esito e quali siano stati i risultati.
Col mio lavoro vorrei anche dimostrare ai politici che ogni cittadino elettore non è “un pupazzo nelle mani dei politici”.
1. Che cosa è il referendum
La nostra costituzione slovacca si basa sul principio democratico, infatti “la sovranità appartiene al popolo”.
Da questa norma si deduce la distinzione fra democrazia diretta e rappresentativa, in altre parole i modelli principali attraverso i quali si è espresso il regime democratico.
1.1. Democrazia diretta
Il popolo decide direttamente sulle questioni concernenti le scelte politiche dello Stato, questo costituisce la vera sovranità popolare; esso però è un modello di stato inutilizzabile presso grandi comunità e inoltre non sempre tutti i cittadini vogliono partecipare alle questioni politiche oppure altri possono non possedere le conoscenze di base che occorrono per prendere delle decisioni giuste.
1.2. Democrazia rappresentativa
I cittadini eleggono i rappresentanti ai quali delegano l’esercizio della propria sovranità, in altre parole essi decidono in via esclusiva sulle politiche che lo Stato deve operare. Perciò il popolo è titolare della sovranità ma la esercita indirettamente, essa perciò viene anche definita democrazia indiretta. Il momento attraverso il quale si manifesta tale volontà è il momento delle elezioni.
Comunque anche se il modello seguito dalla nostra Costituzione è quello della democrazia indiretta, essa prevede delle ipotesi nelle quali il popolo è chiamato a esprimere direttamente la propria sovranità. Queste ipotesi sono indicate come istituti di democrazia diretta; essi sono:
• Le elezioni
• L’iniziativa legislativa popolare
• Il referendum
• La petizione
1.3 Il referendum. Il referendum è una forma di democrazia e anche una forma di comunicazione politica. Il referendum può essere indetto per far fronte ad un particolare problema inerente la situazione politica o sociale o economica nel paese in cui viene indetto. Qualche volta il suo esito dimostra ai politici che, nel loro operare, non conoscono ciò che pensa l'opinione pubblica.
Il referendum è il principale istituto di democrazia diretta. Esistono diversi tipi di referendum in Slovacchia:
Il referendum costituzionale si tratta di un referendum approvativo, e si configura come un fatto sospensivo e solo eventuale in sede d’approvazione delle leggi costituzionali e di controllo costituzionale. Ha carattere approvativo.
Il referendum regionale i referendum previsti in sede regionale sono più ampi di quelli statali, questo perché possono avere per oggetto provvedimenti amministrativi e possono avere anche carattere meramente consultivo, cioè diretti semplicemente a sondare l’opinione pubblica su una data questione di interesse pubblico locale.
Il referendum per variazioni territoriali regionali secondo l’art.
132 della Costituzione la fusione di regioni esistenti o la creazione di nuove regioni possono essere disposte con legge costituzionale qualora la relativa proposta sia stata approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni interessate; il medesimo procedimento consultivo è previsto anche per il distacco di province e comuni da una regione e aggregazione a un’altra, tale distacco però può essere disposto con una semplice legge ordinaria dello Stato.
1.4. Il procedimento
Lo svolgimento del referendum è disciplinato dalla legge 298/1992 Sb: essa prevede che deve essere richiesto almeno dal 6 % degli elettori.
Le richieste di referendum siano sottoposte al controllo di legittimità (tempi, termini previsti per raccolte firme) da parte dell’ufficio centrale per il referendum. Tale ufficio decide con ordinanza definitiva sulla legittimità delle richieste depositate.
Le richieste riconosciute legittime siano comunicate alla Corte costituzionale che procede al controllo di ammissibilità decidendo quali delle richieste siano ammesse e quali siano respinte.
Il referendum è indetto con decreto del Presidente della repubblica, su deliberazione del consiglio dei ministri, che fissa la data di svolgimento della consultazione in due giorni. In primo giorno dalle 14:00 fino alle 22:00 e secondo giorno dalle 7:00 fino alle 14:00.
Nel caso siano state ammesse più richieste di referendum all’elettore sono consegnate tante schede di numeri diverso quante sono le votazioni referendarie. Ogni scheda contiene le indicazioni del quesito formulato con la richiesta di referendum, che deve essere “letteralmente riprodotto a caratteri chiaramente leggibili”, e due caselle sulle quali è stampato a sinistra rispettivamente un SI per esprimere l’approvazione per l’abrogazione e a destra un NO per esprimere una volontà contraria.
Quando ci sono più domande, ogni domanda deve essere numerata (si inizia con numero 1) e sotto ogni domanda deve essere la risposta SI e NO. Ogni elettore può cerco scrivere solo una risposta SI o NO.
1.5. Risultati
Legge 298/1992 Sb., § 44: Commissione locale proclama e pubblica i risultati del referendum sulla gazzetta ufficiale subito dopo l'approvazione del protocollo.
Poi il più in fretta possibile l’ufficio centrale per il referendum raccoglie tutti i risultati dalle commissioni locali e proclama, attraverso i mezzi di comunicazione che appartengono a stato (TV e radio statale), i risultati ufficiali. In genere ciò avviene il mezzogiorno successivo alla chiusura delle votazioni.
2.
La pubblicità e l’informazione per referendum
Il § 53 dalla legge 298/1992 Sb della Costituzione Slovacca, a proposito di pubblicità elettorale, dice così:
1) La pubblicità elettorale si può avere al massimo una durata di 23 giorni e deve cessare 48 ore prima del referendum.
2) Durante la pubblicità elettorale tutti partiti hanno la stessa possibilità di presentarsi nei mass media.
3) I sindaci decidono un luogo unico su cui tutti i partiti possano affiggere i propri manifesti, annunci. Lo spazio è equamente diviso tra i vari partiti.
4) 48 ore prima del referendum, è vietato a tutti i partiti politici di fare qualsiasi forma di pubblicità. (giornale, radio, TV, manifesti, incontri con elettori, attività pubblica).
La campagna elettorale è un momento importante del processo della rappresentanza, è il tempo in cui il candidato si presenta pubblicamente, espone le sue idee e i suoi programmi, e dichiara in che modo intende rappresentare, se eletto, la volontà popolare. Questo carattere di pubblicità sta alla base di tutta l’attività di comunicazione tra i partiti, i candidati e l’elettorato: l’arena politica in cui essi si confrontano e lottano è per definizione un luogo aperto in cui gli astanti possono vedere e tifare per i giocatori, fare i paragoni e decidere quali sono i più bravi. 2.1. Apertura di pubblicità elettorale
La pubblicità elettorale è stata dichiarata aperta il 23. aprile 2003 a Bratislava, città capitale della Slovacchia. L'apertura è stata proclamata dal primo ministro slovacco Mikuláš Dzurinda con l‘ambasciatore dell’EU nella Repubblica Slovacca, Eric van der Linden.
I primi giorni di pubblicità elettorale sono stati abbastanza tranquilli. I capi dei partiti della coalizione di governo così come quelli dell'opposizione hanno fatto passeggiate fra la gente e hanno distribuito tanti manifesti, penne, borse di plastica ed altri gadgets pubblicitari.
2.2. Pubblicità in TV
Ogni giorno prima di TG e andato in onda uno spot pubblicitario sul referendum. Gli spot erano brevi, circa di 20 – 25 secondi.
Dal punto di vista delle immagini erano ben fatti; tuttavia era strano sentire la voce assai poco professionale degli speakers. Sembravano voci prese dalla strada. Probabilmente si è trattato di una ben precisa scelta stilistica: far parlare la gente comune era un chiaro appello a sentire il referendum come una cosa "comune", di tutti, e che tutti sono protagonisti del referendum poiché si ha la possibilità di decidere in che direzione dirigere il futuro della Slovacchia.
Il linguaggio degli spot era semplice. Sullo schermo televisivo in basso a destra c'era il logo del referendum. Ogni spot aveva un proprio messaggio verbale. Tuttavia il claim era sempre lo stesso: “Vieni anche tu votare al referendum per entrare nell’Europa Unica.
il 16 e 17 maggio 2003.
Vi erano anche altri tipi si spot pubblicitari i cui protagonisti erano gli stessi politici o personaggi slovacchi famosi (attori, cantori, giornalisti, sindaci ...). Lo spot si apriva con il logo del referendum e subito dopo, in primo piano, apparivano i vari personaggi. Costoro parlavano da soli, esprimendo cosa significasse per ciascuno di loro l’EU, quale vantaggio avrebbe significato entrare nell’EU, per quale motivo ciascuno di costoro sarebbe andato a votare. La frase conclusiva era quasi sempre la stessa: “Vieni anche tu con me a votare il 16 e 17 maggio per entrare nell’EU.”
I personaggi si presentavano di solito nei loro ambienti abituali: i politici ed i sindaci di solito nel loro ufficio, gli attori sul palcoscenico, i giornalisti davanti ad un computer o negli studi radiofonici o televisivi, i cantanti nel back-stage dei concerti ...
La musica di sottofondo era la stessa tutti gli spot: tale musica, all'apertura della pubblicità elettorale, è stata presentata come “l'inno” del referendum.
Dopo ogni TG c'era un breve talk-show, di soli 10 minuti, negli studi TV con uno dei politici o di governo o di opposizione. In genere erano presenti due moderatori ed un politico: sono così emersi non solo i vantaggi ma anche gli svantaggi dell'entrare nell'EU. I politici che partecipavano ai talk-show erano ben preparati e pronti a rispondere a qualsiasi domanda. Qualche volta, tuttavia, sono usciti fuori della discussione sull'EU, ma la presenza dei due moderatori in studio li ha portati nuovamente sul tema del referendum e dell’EU. 2.3. La pubblicità in radio
Lo stesso schema comunicativo usato in TV era adottato dalle radio: mancando chiaramente le immagini, una voce guida cercava di descrivere gli ambienti aiutando l'ascoltatore ad immaginarli. Contrariamente a quelli televisivi, i talk-show radiofonici erano molto più lunghi: probabilmente ciò è dovuto alla maggiore elasticità e possibilità di cambiamento dei palinsesti radiofonici rispetto a quelli televisivi. Ciò faceva degli incontri/scontri radiofonici tra i politici uno spettacolo più interessanti rispetto a quello offerto dalla TV. Inoltre i radioascoltatori potevano partecipare a questi talk show ponendo domande tramite telefono o inviando una e-mail. Anche in radio i politici erano ben preparati nel rispondere alle domande dagli ascoltatori.
2.4. La pubblicità negli giornali e internet
La pubblicità elettorale per il referendum ha trovato posto anche su quotidiani, riviste e internet.
Tutti i giornali più importanti della Slovacchia hanno presentato la pubblicità per il referendum.
Ogni giorno una pagina del giornale era dedicata al referendum. Di solito gli articoli erano scritti da politici o sociologici che spiegavano tutti i vantaggi e gli svantaggi dell'entrare nell’EU. Ogni redazione presentava la pagina sul referendum a proprio modo.
Durante l'ultima settimana prima del referendum, c'erano anche indicazioni su come compilare la scheda per il referendum, unitamente alle informazioni circa gli orari ed i luoghi delle votazioni.
Per quando riguarda il mezzo di comunicazione più moderno, internet, anche qui si potevano trovare informazioni sul referendum.
Ogni partito parlamentare slovacco ha dedicato le proprie pagine web al referendum. La maggior parte dei siti web dei partiti apriva con notizie sul referendum e con delle informazioni per elettori sull'Europa unica.
Il governo slovacco ha appositamente preparato una pagina web per il referendum: www.eureferendum.sk Qui ogni uno cittadino slovacco poteva trovare parecchie informazioni sul referendum trattate in diverse rubriche:
• EU e scuola
• EU e università
• EU e lavoro
• EU e pensionati
• EU e sanità
• EU e agricoltura
• EU e imprenditoria
• EU e noi slovacchi
Ogni rubrica presentava inoltre delle sotto-rubriche che mostravano vantaggi e svantaggi. Inoltre un calendario interattivo indicava dove e per chi erano organizzati gli incontri durante la pubblicità elettorale. La pagine web erano fatte molto bene, in maniera chiara e semplice. Tuttavia non tutti slovacchi avevano la possibilità di andare su internet.
2.5. Altre forme di pubblicità
Durante pubblicità elettorale sono stati distribuiti tanti manifestini nelle cassette postali. In ogni città o i villaggi erano stati organizzati incontri con i politici o almeno con i responsabili per il referendum. Tanti giochi sportivi per i giovani erano promossi sotto il logo del referendum, conferenze per anziani, per i giovani studenti e loro professori.
Ultima settimana prima del referendum ogni sindaco e rispettivi collaboratori ha distribuito manifesti con ulteriori informazioni che riguardavano luoghi ed orario del referendum, cosa fosse necessario portare con sé e che cosa si sarebbe dovuto fare una volta ricevuta la busta con la scheda per votare.
3. Quali sono i risultati e reazioni dai politici
Nei giorni 16. e 17. maggio 2003 si è svolto in Slovacchia il primo referendum sull'entrata della Repubblica Slovacca nell'Europa Unita.
Al Referendum hanno partecipato 2.176.990 elettori – cioè il 52,15 % di tutti gli aventi diritto al voto. Tra tutti coloro che hanno votato, il 92,46 % si è espresso a favore dell'entrata nell'EU, contro solo il 6,20 %.
Una cosa curiosa è stata la partecipazione al referendum dei pensionati più dei giovani: questi ultimi sembrano aver ignorato il referendum. Ma ancor più significativo è che le persone anziane hanno detto di aver votato proprio per salvaguardare i giovani e il loro futuro.
Poca partecipazione al referendum nel nord della Slovacchia, dove c'è più povertà e disoccupazione rispetto alle altre regioni: qui, infatti, la gente non e contenta dell'operato del governo.
Il politologo slovacco Milan Vašečka ha affermato: “Con la loro ignoranza fanno vedere loro discordanza con il governo attuale”. Costui ha inoltre fatto notare la poca originalità della pubblicità elettorale.
Regione
Partecipazione
in % Si per EU Numero di
elettori Numero di
elettori che hanno partecipato al referendum
Bratislava 59,45 % 95,15 % 511 642 304 172
Košice 53,59 % 93,47 % 583 156 312 532
Prešov 53,11 % 91,16 % 572 555 304 105
Banská Bystrica 52,31 % 91,18 % 513 985 268 915
Trnava 51,60 % 93,19 % 433 890 223 903
Nitra 51,00 % 92,89 % 561 700 286 520
Trenčín 48,00 % 90,66 % 472 881 226 998
Žilina 47,65 % 91,34 % 524 288 249 845
3.1. Reazioni dei politici slovacchi
La sera del primo giorno del referendum i capigruppo di tutte le coalizioni e partiti politici sia della maggioranza che dell'opposizione si sono incontrati col primo ministro Mikuláš Dzurinda. Dopo un breve incontro hanno invitato tutti i sindaci a ripetere spesso ai loro elettori l'importanza di votare. Il buon esempio l'hanno dato anche i personaggi famosi.
Durante tutta la mattinata in Tv e anche alla radio i personaggi della cultura hanno incitato i cittadini ad andare a votare per il referendum. Il primo ministro slovacco, Mikuláš Dzurinda, era molto entusiasta: “È il primo referendum nella storia della Slovacchia. I cittadini hanno capito che l'importanza dell'andare a votare non riguardava il governo o la politica, ma il futuro del nostro Paese, il futuro dei nostri bambini, dei giovani. Cittadini vi ringrazio. Tanti auguri nell’Europa unica”- ha detto il primo ministro slovacco, Mikuláš Dzurinda. Subito dopo questa breve reazione un giornalista polacco ha fatto una domanda al primo ministro. “Perché la partecipazione al referendum è stata così bassa?” Il primo ministro ha risposto: “Non è stata bassa.
Siamo stati abbastanza a votare e questo è l'importante. Faccio gli auguri ai polacchi affinché anche per loro, il referendum che tra poco si svolgerà sulla entrata della Polonia nell’EU abbia un esito altrettanto positivo”.
I capi dei partiti della coalizione di governo così come quelli dell'opposizione hanno fatto gli auguri a tutti i cittadini della Slovacchia.
3.2. Reazioni dai politici dell’EU
Anche i politici dagli stati dell’EU hanno manifestato la loro soddisfazione. Scrivo alcune delle reazioni più importanti ed interessanti:
Il primo ministro tedesco Gerhard Schröder ha definito il referendum in Slovacchia come un referendum di grande successo: “risultati storici per Slovacchia”. Gli elettori slovacchi, secondo il primo ministro tedesco, hanno enunciato idee chiare sull'allargamento dell'Europa. “Il referendum è un risultato storico per la Slovacchia ed è un importante segnale per continuare per il processo di unificazione. Io in prima persona sono felice che proprio la Slovacchia un Paese amico della Germania, sia diventato membro dell'EU”.
Anche la Francia ha accolto positivamente la decisione del popolo slovacco che con una netta maggioranza (quasi del 93%) ha detto “si all'Europa unica”. Parigi tuttavia ha allo stesso tempo fatto notare che sarebbe stato meglio se alle votazioni si fosse recata una percentuale più alta del 52% degli aventi diritto al voto.
Anche la Commissione Europea ha fatto gli auguri al popolo slovacco per il "si" all'EU. "Il vostro si fa vedere che veramente volete entrare a far parte della democratica famiglia europea ed esserne parte con gli stessi diritti e obblighi di tutti”- dice Gunter Verheugen, commissario per l'allargamento dell'EU.
L'eurodeputato Jan Marinus Wiersma, corrispondente per la Slovacchia, e deluso della poca partecipazione degli elettori slovacchi al referendum, ha affermato: “Partecipazione poca, ma grandi risultati”. “Sono deluso che la partecipazione al voto sia stata più bassa di quanto ci si aspettasse. Ma l'importante è che il referendum sia stato valido e, cosa ancora più importante, che gli elettori abbiano detto "Si" all’EU.
L'Ambasciatore dell’EU nella Repubblica Slovacca, Eric van der Linden, ha accolto con letizia i risultati del referendum. “Tutti siamo stati felici che la partecipazione sia stata più del 50 %”.
Secondo l'ambasciatore il referendum ha avuto successo solo perché “gli slovacchi si sentivano di appartenere all’EU, e ora da ciò si aspettano un miglioramento della loro vita quotidiana.”
Il Presidente del parlamento Europeo Pat Cox ha definito il referendum come veramente eccellente. “I risultati sono veramente eccellenti e confermano che il popolo slovacco è pronto per entrare nella EU e prendere anche su di sé la responsabilità per il futuro dell’EU”.
3.3. I giornali Slovacchi durante il referendum
“I risultati dal referendum si aspettano con attenzione”, scrive quotidiano Pravda nella prima pagina. Nello stesso articolo avvisa che nel primo giorno di referendum (16.5.2003) si è recato alle urne solo il 26 – 28 % degli elettori. Per la validità del referendum devono recarsi più del 50 % degli elettori.
“Ungheria 46%, Lituania 63%, Slovacchia?” si chiede il giornale quotidiano Sme. Nella prima pagina c'è una fotografia di famosi attori slovacchi nell'atto di votare. Nella prima pagina c'è anche il titolo nella lingua degli zingari: "Romale, avente volinel!” (Zingari, venite a votare!).
Il giornale quotidiano di opposizione Nový deň scrive che anche Vladimír Mečiar, “presidente dell'opposizione” ieri (venerdì 16.5.2003) ha votato sul futuro del nostro Paese.
Il giornale quotidiano più venduto, Nový čas, dedica le prime 5 pagine al referendum. “Il Referendum tocca tutti slovacchi!” – esclama il titolo in prima pagina.
“Il Referendum non è solo per i politici, tocca tutti noi che vogliamo vivere e far crescere il nostro Paese nel cuore dell’Europa. È un referendum per tutti noi, è un referendum che può cambiare la nostra vita, il nostro futuro, è un referendum che tocca anche i nostri bambini, i nostri giovani. Oggi possiamo ancora decidere in che direzione far andare la Slovacchia” – scrive il giornale quotidiano più venduto in Slovacchia, Nový čas.
Altro quotidiano, Národná obroda, scrive che “ogni voto deve venire dal cuore e dal sentimento.” È un passo difficile, però proprio oggi manifestiamo la nostra decisione per l’EU – andare con l'EU o andare senza l'EU.
“Anche dopo l'entrata in EU non possiamo aspettarci i miracoli, e all’inizio la concorrenza può essere forte per noi. Dopo un pò però sarà chiaro a tutti la nostra preparazione all'entrare nella EU e come saremo capaci di sfruttare le possibilità che EU e NATO offrono, e così potremo essere più interessanti anche per i loro partner”- chiude il suo discorso il quotidiano Národná obroda.
Conclusione
Il primo referendum in Slovacchia è finito. Per noi slovacchi è finito bene. Abbiamo detto "si" all’EU.
Sono d’accordo con le parole dal quotidiano Národná obroda, che ho citato nel paragrafo precedente: “Anche dopo l'entrata in EU non possiamo aspettarci i miracoli, e all’inizio la concorrenza può essere forte per noi. Dopo un pò però sarà chiaro a tutti la nostra preparazione all'entrare nella EU e come saremo capaci di sfruttare le possibilità che EU e NATO offrono, e così potremo essere più interessanti anche per i loro partner”.
Spesso mi chiedo: la pubblicità elettorale era ben preparata? I risultati sono stati ottimi: 92,46 % per il "si". Però la partecipazione è stata bassa, solo il 52,46 %.
Difficile dire chi ne sia il responsabile, chi il colpevole. Da una parte i politici che non sono stati capaci di preparare una pubblicità elettorale abbastanza interessante. I presidenti di tutti i gruppi e i partiti politici di coalizione e opposizione che non si sono interessati molto ai loro elettori. Colpevole è anche ogni cittadino, ogni elettore privo di interesse per il referendum. Probabilmente non sono state chiaramente fornite tutte le informazioni che erano necessari per partecipare al referendum.
Il primo referendum in Slovacchia è finito. Spero che quando ci sarà un altro referendum, la pubblicità elettorale sarà più curata e anche più accolta. Spero che politici si rendano conto degli errori che hanno fatto e che comunque ogni cittadino elettore non è “un pupazzo nelle mani dei politici”.
Zdroje:
Costituzione Slovacca, legge 298/1992 Sb - MAZZOLENI GIANPIETRO, La comunicazione politica, Mulino, Bologna, 1998 - Mie osservazioni durante le vacanze di Pasqua - Media in Slovacchia - Internet -
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